Storia di Taormina

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     Storia di Taormina 

 

Epoca sicula e greco-siceliota 

Diodoro Siculo, nel 14 libro della sua Bibliotheca historica, attesta che i Siculi abitavano la rocca di Taormina e vivevano di agricoltura e di allevamento di bestiame già prima dello sbarco dei Greci calcidesi nella baia , dove alle foci del fiume Alcantara fondarono Naxos , la prima colonia greca in Sicilia. 

Il tiranno di Siracusa Dionisio I, alleato di Sparta nella guerra contro l'imperialismo di Atene e fautore degli ideali siciliani del congresso di Gela, dopo aver unificato sotto la propria corona le città siceliote, tollerò poco la presenza a Naxos degli Ioni di Calcide Eubea, alleati di Atene, e mosse contro di essi, distruggendo la loro città. Detti fatti si verificarono negli anni della XCVI Olimpiade , quando il condottiero cartaginese Imilcone II fece guerra ai sicelioti e distrusse Messana. 

Vito Amico afferma che questa versione sulle origini di Taormina fornita da Diodoro è contraddetta nel 16 libro, quando sostiene che Andromaco radunò i sopravvissuti all'eccidio di Naxos del 403 a.c. Ciò chiarirebbe in qualche modo l'affermazione di Plinio, il quale sostiene che Taormina in origine si chiamava Naxos.  

Secondo la testimonianza di Diodoro Siculo, Taormina, governata saggiamente da Andromaco, progredisce e risplende in opulenza e in potenza. 

 

L'Odeon romano 

Roma dichiara tutta la Sicilia provincia romana. I suoi abitanti vengono considerati alleati dei Romani, e nella seconda orazione contro Verre Cicerone accenna che la città è una delle tre "Civitates foederatae" , che nomina "Civis Notabilis" . , nel corso della guerra fra Sesto Pompeo ed Ottaviano, le truppe di quest'ultimo sbarcano a Naxos per riprendere la città a Sesto Pompeo che l'aveva occupata in precedenza. Strabone parla di Tauromenion come di una piccola città, più piccola di Messina e Catania. 

 

Tardo impero e caduta dell'impero 

Secondo una diffusa leggenda, con l'avvento del Cristianesimo San Pietro destina a Taormina il vescovo Pancrazio, che già prestava la sua opera di conversione nella regione, con questa nomina determinando di fatto la sede del primo vescovado in Sicilia. 

 

Assedio del 902 e dominio musulmano 

Il 1 agosto 902, dopo un assedio, Taormina viene espugnata dagli Arabi. Nonostante ormai tutta la Sicilia fosse unificata nel potente Emirato di Sicilia, nel 911, però, la componente cristiana riprese il controllo della città, approfittando del traumatico passaggio del potere avvenuto nell'anno precedente tra la dinastia sunnita aghlabide e quella ismailita sciita dei Fatimidi. alQurhub, rimasto fedele alla deposta dinastia aghlabide di Qayrawān, organizzò una spedizione per riprendere il controllo di Taormina, inviando nel 913 suo figlio Alī ad assediare la città che, tuttavia, resisté strenuamente, tanto da indurre l'assediante a rinunciare all'impresa. 

Nel 919 il nuovo emiro di Palermo Sālim ibn Rashīd, fedele ai Fatimidi, concedeva una tregua a Taormina e ad altre fortezze del Val Demone. 

 

Palazzo Corvaja 

Dal 1272 a fare il governatore di Taormina fu Giovanni Natoli Barone di Sparta . 

Quando la sede vescovile venne trasferita nella città, Taormina divenne città demaniale, compresa prima nella diocesi di Troina e poi in quella di Messina. 

Taormina seguì le vicende del Regno di Sicilia, sotto la dinastia degli Svevi e poi sotto la quella della famiglia Aragona a partire dai Vespri siciliani del 1282. 

Nel 1410 il Parlamento Siciliano, uno dei più antichi d'Europa, tenne a Taormina la sua storica seduta al palazzo Corvaja, alla presenza della regina Bianca di Navarra, per l'elezione del re di Sicilia dopo la morte di Martino I detto il giovane. 

 

Assedio del 1675 e dominio francese 

Nel 1675, in occasione della rivolta antispagnola di Messina, Taormina rimase fedele alla Corona di Spagna. Nel 1678, sconfitti i francesi, Taormina ritornò sotto l'egida dell'Impero spagnolo, all'interno del quale il Regno di Sicilia era ricompreso sotto la guida di un viceré, con gli antichi privilegi. 

 

Dalla fine del XVIII secolo ai giorni nostri 

I Borbone resero più facile l'accesso alla città, che sin dai tempi dei romani avveniva dall'angusta consolare Valeria che si inerpicava fra le colline, tagliando il promontorio del Catrabico e realizzando così una strada litoranea che congiungeva facilmente Messina a Catania. Il dominio spagnolo dei Borboni durò fino al 1860. Le idee del Risorgimento e i sentimenti di libertà e unità nazionale avevano ormai da tempo infiammato anche molte menti e cuori siciliani. Parecchi patrioti taorminesi dovettero fuggire dalla città per la dura repressione borbonica, guidata da tale Giuseppe Maniscalco. La notte di Natale del 1856 furono arrestati diversi congiurati, sorpresi dalla polizia in casa La Rosa a Calatabiano.

I garibaldini giunsero a Taormina il 3 agosto del 1860, al comando di Nino Bixio, che dormì in casa del barone Giovanni Platania.
Nell'autunno dello stesso anno la Sicilia venne annessa al Piemonte e, quindi, al Regno D'Italia.
Taormina cessò di essere al centro delle vicende politiche e militari della Sicilia.

 

IXX Secolo

Molte nazioni europee e famosi scrittori ed artisti manifestarono interesse verso l'ameno luogo e le sue bellezze archeologiche. 

Molte nazioni europee e famosi scrittori ed artisti (Goethe, Maupassant,Houel ed altri) manifestarono interesse verso l'ameno luogo e le sue bellezze archeologiche. Da allora Taormina si sviluppo e divenne meta del turismo elitario, inizialmente proveniente soprattutto dall'Inghilterra: vi risiedevano Florence Trevelyan (1852-1907), figlia di Edward Spencer Trevelyan (1805-1854), e Catherine Ann Forster (1815-1877). Dopo un lunghissimo viaggio, rientrata per un periodo in patria, Trevelyan decise di ritornare a vivere a Taormina che trasformò radicalmente insieme al suo circondario. Sposò poi Salvatore Cacciola, professore di chirurgia all'università di Bologna, Gran Maestro massone ed illuminato teosofista, che fece sindaco di Taormina per oltre un ventennio tra alterne vicende.

 

Trevelyan dapprima aiutò gratuitamente la famiglia La Floresta ad ampliare il primo albergo di Taormina, l'hotel Timeo, in seguito acquistò lo scoglio di S. Stefano, trasformandolo in un paradiso terrestre soprannominato poi Isola Bella durante una discussione tra lei ed il barone tedesco e fotografo omosessuale Wilhelm von Gloeden. 

Comprò 87 lotti di terreno per realizzare tra il 1897 ed il 1898 un parco che battezzò “Hallington siculo” in onore di Hallington Hall, il piccolo villaggio nel Lincolnshire dove aveva vissuto. 

Dopo la sua morte, affinché il parco rimanesse ai taorminesi e non agli inglesi, fu fatto espropriare da Cesare Acrosso, unico nipote maschio di Cacciola, d'accordo con Giovanni Colonna duca di Cesarò, al quale venne intestato con Regio Decreto Legge 528 del 18 febbraio 1923.

 

XX Secolo

Ben presto Taormina divenne famosa nel mondo, sia per le sue bellezze paesaggistiche, panorami, colori, per i quadri dell'Etna innevato e fumante che declina sino al mare turchese, sia per la sua permissività e "trasgressione",  per la sua sfrenata "dolce vita".

Sorsero molti alberghi, tutti gestiti da famiglie taorminesi. Il paese di pescatori e contadini e di benestanti borghesi si trasformò in una cittadina di commercianti, albergatori, costruttori. Durante la II Guerra Mondiale fu sede del comando tedesco dellaWehrmacht, per cui il 9 luglio 1943, giorno del patrono San Pancrazio Vescovo, Taormina subì due devastanti bombardamenti degli aerei alleati che distrussero parte della zona sud e un'ala del famoso albergo San Domenico, in cui era in corso una riunione dell'alto comando tedesco.

 Nel dopoguerra Taormina si ingrandì senza alterare le proprie bellezze naturali e sino al 1968 rimase una città di villeggiatura prettamente invernale per un turismo ricco ed individuale, tant'è che i migliori alberghi aprivano ad ottobre e chiudevano a giugno. Era frequentata da scrittori di fama internazionale, reali e presidenti di stato, da personaggi illustri e famosi che svernavano per mesi negli alberghi taorminesi trascorrendo le giornate, ma soprattutto le notti, nei tipici locali notturni dell'epoca e continuando così quella dolce vita iniziata con la Belle Epoque.

Libro che racconta la tragica storia di una famiglia ebrea tedesca che ha vissuto per un breve periodo a Taormina nel 1939. Lo trovate su Amazon sia in italiano che in inglese.

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